Che cos’è il progetto Stringhe: piccoli numeri in movimento

Una metodologia che dà nuovo respiro alla didattica e porta ricchezza nelle aule

Per dare a bambini e bambine nuove competenze e autostima e aiutarli a sviluppare il pensiero critico e la consapevolezza per affrontare il futuro

Stringhe non è un progetto parallelo alla didattica: è una metodologia che la rinnova e si integra in essa, rompendo gli schemi della classica lezione frontale

È il primo progetto in Italia che integra psicomotricità e attività motorie e sportive con coding e robotica educativa, per rendere bambini e bambine protagonisti, coinvolgerli nell’apprendimento e permettergli di sviluppare il pensiero computazionale.

La Metodologia Integrata Stringhe si basa su un approccio educativo ricco e variegato, studiato per rispondere alle sfide della povertà educativa

Introdurre nelle scuole attività basate sull’uso combinato di tecnologia e corpo permette di lavorare per contrastare la povertà educativa, un fenomeno in aumento nel nostro Paese e causa di forti disuguaglianze sociali.

Povertà educativa: una sfida urgente per il futuro delle nuove generazioni

Un minore è soggetto a povertà educativa quando il suo diritto ad apprendere, formarsi, sviluppare capacità e competenze, coltivare le proprie aspirazioni e talenti è privato o compromesso.

Open Polis – 17 Ottobre 2024

• Nel 2023, il 13,8% dei minori in Italia, pari a circa 1,3 milioni di bambini e ragazzi, si trovava in condizioni di povertà assoluta.

• Oltre il 70% dei giovani non ha mai visitato una biblioteca, e quasi il 40% non ha praticato attività sportive.

• L’abbandono scolastico ha raggiunto il 10,5% tra i giovani tra i 18 e i 24 anni, mentre il 16,8% dei ragazzi tra i 6 e i 19 anni non ha avuto accesso a eventi culturali come cinema o musei.

L’emergenza educativa si è aggravata con la pandemia da COVID-19, quando la mancanza di strumenti adeguati ha creato un divario ancora più marcato tra chi ha accesso alle risorse e chi ne è privo.

Stringhe: piccoli numeri in movimento, contrasta questo fenomeno promuovendo lo sviluppo del pensiero computazionale in bambini e bambine secondo sette dimensioni:

• Problem Solving
• Pensiero algoritmico
• Metacognizione
• Dimensione Corporea
• Autonomia e Responsabilità
• Comunicazione e Cooperazione
• Competenze Socio-Emotive

Al centro della Metodologia c’è una visione che valorizza la partecipazione attiva, la creatività e la collaborazione, per favorire l’apprendimento autonomo e consapevole

Stringhe unisce creatività e struttura per stimolare esplorazione e pensiero critico, promuove il learning by doing, il cooperative learning, la condivisione e il rispetto dei tempi di ogni bambino.

Gli errori sono considerati strumenti di crescita, che aiutano a imparare senza paura di sbagliare, e bambini e bambine vengono stimolati a fare domande e a dialogare tra loro in piccoli gruppi per favorire il pensiero e le discussioni costruttive.

Ogni attività, chiamata Unità Stringhe, è organizzata in un ambiente che stimola partecipazione e senso di appartenenza, e attraverso la gamification si rende l’apprendimento più divertente e coinvolgente.

Le Unità Stringhe sono suddivise in tre cicli, in cui le abilità acquisite vengono consolidate e ampliate con livelli crescenti di complessità e astrazione, e possono essere integrate a scuola a partire da qualsiasi anno scolastico

Primo ciclo

Il primo ciclo si concentra sulla costruzione delle basi del pensatore computazionale, attraverso l’integrazione di competenze cognitive, corporee e socio-emotive.

Secondo ciclo

In questa fase, gli studenti rafforzano le basi acquisite, e iniziano a sviluppare nuove abilità che li preparano a fronteggiare situazioni più articolate.

Terzo ciclo

Il terzo ciclo mira a consolidare tutte le competenze apprese nei cicli precedenti, introducendo abilità complementari e livelli di astrazione più elevati.

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Primo ciclo

Il primo ciclo è pensato per gettare le basi del pensatore computazionale, facendo acquisire a bambini e bambine competenze cognitive, corporee e socio-emotive. 

In questa fase, si imparano a descrivere i problemi, riconoscere schemi semplici e usare le proprie conoscenze per affrontare le sfide. Le attività proposte li aiutano a sviluppare abilità fondamentali come la scomposizione dei problemi, l’uso del linguaggio del corpo per rappresentare azioni e la comprensione di concetti motori e relazionali di base.

Anche le competenze emotive giocano un ruolo importante: bambini e bambine imparano a riconoscere le emozioni, a gestire la frustrazione e a collaborare con gli altri. 

Questo primo passo offre un terreno solido per crescere e affrontare le attività più complesse e strutturate dei cicli successivi, con un approccio che mette al centro bambini e bambine, rispettando i loro tempi e bisogni.

Secondo ciclo

Il secondo ciclo permette agli studenti di rafforzare le basi acquisite, e di sviluppare strumenti più avanzati, come la suddivisione, che consente di scomporre un problema in parti più semplici e affrontabili, una competenza essenziale per gestire la complessità. Si impara inoltre a monitorare e adattare le strategie di risoluzione, un passaggio che richiede riflessione, autovalutazione e flessibilità.

Nel pensiero algoritmico, il secondo ciclo introduce nuovi elementi, come i costrutti iterativi (“ripeti fino a…”) e il controllo delle sequenze di azioni, che permettono di ideare soluzioni più dinamiche e flessibili. Gli studenti iniziano anche a costruire sequenze complesse combinando più azioni semplici, per sviluppare il pensiero critico e la capacità di pianificazione.

Anche la dimensione corporea assume maggiore complessità: oltre a consolidare gli schemi motori di base, gli studenti imparano a integrarli in sequenze più elaborate e a usare il linguaggio del corpo come strumento per rappresentare e risolvere i problemi.

Terzo ciclo

Il terzo ciclo segna il momento culminante del percorso, in cui gli studenti arrivano a padroneggiare competenze trasversali e a integrarle con autonomia e consapevolezza. In questa fase, bambini e bambine affinano abilità complesse come la flessibilità cognitiva, che permette di individuare e adottare strategie risolutive in base alle circostanze, e la capacità di prevedere le conseguenze delle scelte, indispensabile per affrontare problemi con maggiore consapevolezza.

L’apprendimento diventa più autonomo e responsabile: gli studenti imparano a selezionare e riorganizzare le conoscenze pregresse e a gestire risorse e strumenti in modo indipendente. Sul piano socio-emotivo e collaborativo, sviluppano empatia, assertività e una migliore gestione del dissenso, abilità fondamentali per lavorare in gruppo in maniera efficace e rispettosa.

Questo ciclo rappresenta una fase di consolidamento e crescita e introduce un livello di astrazione e complessità più elevato.