
Il senso di orientamento e la percezione di sé nello spazio sono fondamentali per navigare efficacemente in diversi ambienti, permettendo di muoversi con sicurezza e autonomia. La lateralizzazione è cruciale nel definire come interagiamo fisicamente con il nostro ambiente, influenzando tutto, dallo scrivere al praticare sport. Le coordinate egocentriche aiutano a definire la posizione di sé rispetto agli oggetti circostanti, migliorando l’interazione e la percezione spaziale.
minuto 00 – I bambini sono seduti in cerchio. Si pone loro la domanda: “Sapreste disegnare una mappa che uscendo dalla scuola vi condurrebbe alla vostra casa?”
minuto 05 – Prima di tentare il disegno, si propone un gioco. A ogni bambino è consegnato un cerchio e gli è data la possibilità di fare qualche esercizio a piacere, cercando di inventare movimenti originali. Se si propone qualcosa di molto originale, l’esercizio verrà riproposto a tutti i compagni che dovranno imitare l’ideatore.
(Questa è un’attività svincolata dall’obiettivo della lezione ma propedeutica alla messa in moto delle qualità mentali di ogni bambino).
minuto 15 – I bambini si spostano verso l’ingresso della palestra, ognuno con un cerchio in mano. Tenendo la schiena alla porta di ingresso ed il cerchio in mano come se fosse il volante di un’auto, immaginano di andare verso la loro casa.
Viene sottolineata l’importanza della prima scelta: diritti, destra o sinistra? Poi, tenendo presente che in certi punti si rinnova la possibile scelta diritti, destra o sinistra, viene chiesto loro di individuare le principali deviazioni che devono effettuare per raggiungere la propria casa.
Uno dei temi principali su cui portare l’attenzione sono le conseguenze che si verificano quando ci si sbaglia di fronte ad un punto di riferimento.
minuto 25 – Ai ragazzi viene consegnato un foglio e dei pennarelli e si chiede loro di provare a realizzare la mappa che porta dalla scuola verso la propria casa. Se alcuni bambini abitano nella stessa casa o molto vicini possono lavorare in piccolo gruppo.
minuto 35 – si costruisce un percorso a ostacoli nella palestra, immaginando che si tratti di una strada da percorrere, con curve, deviazioni e imprevisti da superare. Dopo averla fatta percorrere più volte, i bambini vengono bendati: a coppie, uno guida con la voce il compagno bendato che dovrà essere bravo a seguire le indicazioni del compagno.
minuto 50 – Saluto finale e spostamento in aula per la parte di digitale.
Questa attività di digitale è pensata per favorire nei bambini lo sviluppo di strategie di orientamento e consapevolezza spaziale attraverso l’uso di concetti topologici di base, come vicino e lontano, in alto e in basso, dentro e fuori, insieme al potenziamento delle competenze legate alla lateralizzazione, in particolare tra destra e sinistra. Imparare a orientarsi significa essere in grado di situarsi e muoversi nello spazio in modo consapevole e intenzionale: ciò richiede la costruzione di rappresentazioni mentali, le cosiddette mappe mentali, che si trasformano proprio attraverso l’osservazione diretta e l’esperienza concreta, in cui i bambini riconoscono caratteristiche e punti di riferimento del percorso che stanno compiendo.
L’attività si sviluppa in diverse fasi. In un primo momento, viene scelta una mappa da utilizzare come spazio di esplorazione: questa può essere quella fornita nel set del robot educativo oppure una mappa appositamente costruita per l’attività, realizzata su una griglia con quadrati di dimensioni coerenti con lo spostamento del robot (solitamente 10 o 15 centimetri). Dopo una fase di osservazione guidata della mappa e dei suoi elementi caratterizzanti, gli alunni vengono suddivisi in piccoli gruppi. A ciascun gruppo viene fornito un robot educativo programmabile: l’attività è pensata per essere flessibile e può essere svolta con vari modelli ribot, come Tale-Bot, Bee-Bot, Blue-Bot, Cubetto, Thymio, Ozobot o dispositivi con funzionalità analoghe. Ogni gruppo riceve inoltre una copia cartacea della mappa, che servirà come supporto durante lo svolgimento.

Il compito del gruppo è quello di decidere autonomamente un punto di partenza e uno di arrivo sulla mappa. Una volta individuati questi due elementi, i bambini osservano il percorso che intendono far compiere al robot, lo programmano e seguono il tragitto, annotando passo dopo passo il percorso effettuato direttamente sulla mappa cartacea. Questa fase è fondamentale perché unisce il pensiero logico alla percezione spaziale e al lavoro cooperativo.
Al termine del tragitto, il gruppo si concentra sulla fase di rielaborazione: verbalizza il percorso effettuato dal punto di partenza verso quello di arrivo. In questa descrizione, i bambini devono utilizzare i concetti topologici appresi, ad esempio: “siamo passati vicino a…”, “siamo entrati dentro a…”, senza mai esplicitare quale fosse il punto finale. Gli altri gruppi ascoltano le indicazioni e, basandosi esclusivamente sugli indizi forniti, devono cercare di individuare il punto di arrivo.
